[TOPIC UFFICIALE] I venerdì del villaggio (dei mostri)

Un tuffo in un Giappone anni '70 dove mostri e robot esistono davvero.

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    FOOLY COOLY

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    La Storia, si sa, viene scritta sempre da un punto di vista privilegiato, quello dei vincitori o dei protagonisti. Le masse restano in disparte nel ruolo di semplici comparse, passanti spesso ignari degli eventi che si srotolano intorno a loro quando non vittime di trame troppo grandi per essere comprese senza poter accedere a una visione dall'alto che comprenda la totalità del disegno. Questa considerazione è valida per tutti gli avvenimenti vissuti dall'umanità nel suo percorso grandi o piccoli che siano, rivoluzioni, guerre, scoperte e fallimenti: inevitabilmente gli altri, gli uomini comuni, restano tagliati fuori dal racconto.

    Ora, provate ad applicare questo concetto al mondo della fantasia e chiedetevi quali storie avrebbero da raccontare gli avversari delle squadrette minori di Holly & Benji, le giubbe rosse di Star Trek, oppure ancora i cittadini di Tokyo nei cui cieli andavano quotidianamente in onda roboanti battaglie tra giganteschi robot armati di alabarde e mostruose creature aliene? Quest'ultima idea, intrigante bisogna ammetterlo, è alla base di Attack of the Friday Monsters! A Tokyo Tale, ultimo titolo della raccolta Guild 2 dei Level-5 arrivato finalmente in Europa sull'eShop di Nintendo 3DS.

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    UN ANGOLO DI QUIETE
    Sohta è un ragazzino di dieci anni, appena trasferitosi insieme ai suoi genitori a Fuji No Hana, un sobborgo alle porte di Tokyo. Siamo nei primi anni '70, l'ammodernamento delle città giapponesi è imminente, ma per ora basta allontanarsi dal centro per ritrovarsi in un ambiente decisamente rurale fatto di piccoli edifici dal tetto baso gli uni attaccati agli altri, costruiti in legno, mentre intorno brulica la campagna solcata da ruscelli che corrono freschi sotto ponti improvvisati dove il rumore dell'acqua è sovrastato solo da quello degli insetti. L'immaginario, insomma, è quello dei cartoni animati trasmessi negli '80 fino ai primi '90 dalle televisioni private, il tipico quartiere giapponese che abbiamo conosciuto guardando L'Uomo Tigre o Doraemon con i negozietti, i pali in legno con i volantini affissi e i muretti in cemento. Quel che rende questo luogo speciale però è la comparsa tutti i venerdì di alcuni mostri intenti a combattersi per la gioia dei bambini del villaggio. Il fatto che nella stazione TV locale si registri proprio ogni venerdì uno show incentrato sul combattimento tra mostri è solo una coincidenza, o queste strane creature del venerdì esistono davvero?

    L'avventura del giovane Sohta è tutta ambientata all'interno del piccolo villaggio e coinvolge i suoi genitori, i suoi vicini e i suoi nuovi compagni di scuola. Nonostante sullo sfondo si muovano – figurativamente e fisicamente – le grandi e imponenti figure a cui accenna il titolo, la dimensione del racconto è molto intimista. Le piccole quest da risolvere sono tutte legate ai problemi dei comuni abitanti della periferia di Tokyo, abbiamo la figlia arrabbiata col padre per la sua continua sbadataggine, le lamentele per una camicia rovinata dalla lavanderia, e un grottesco personaggio in abiti stravaganti che tutti trattano con condiscendenza. Non che ci voglia molto a venire a capo delle loro piccole questioni, tutto ciò che è sufficiente fare è muoversi per il villaggio, la cui estensione è limitata, e parlare con gli altri abitanti che incrociamo: nei momenti fondamentali è addirittura il gioco a indicarci sulla mappa dove recarci per chiudere una quest.

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    SPENSIERATA FOLLIA
    Nonostante l'azione sostanzialmente pilotata, Attack of the Friday Monsters! riesce ugualmente a trasmettere sensazioni estremamente piacevoli, ma bisogna essere pronti ad affrontare una buona dose di tipico umorismo jappo che spazia dalle battute sulle emissioni intestinali della mamma pronunciate da un papà a proprio figlio al nonsense puro e semplice per immergersi totalmente nell'atmosfera che il gioco vuole evocare. La vicenda è poi raccontata attraverso gli occhi dei bimbi, perciò è necessario aggiungere anche una buona dose di ingenuità voluta nei dialoghi e nell'approccio, che in realtà non fa altro che conferire un tono ancor più magico e spensierato a questo stramba avventura.

    A tratti è quasi difficile definire Attack of the Friday Monsters! un videogioco, spesso pare avere più caratteristiche in comune con un episodio di un cartone animato - a partire dalla sigla che apre e chiude l'esperienza di gioco – in cui è però il giocatore a muovere il protagonista, senza farsi mancare per altro qualche battutina sugli stereotipi degli anime di robottoni a cui la sua struttura si ispira apertamente. I soli momenti di interazione diretta sono le partite a un gioco di carte derivato da “sasso, carta, forbice” a cui si sfidano i ragazzi del villaggio e la raccolta di gemme colorate che servono appunto ad ottenere le carte da gioco: la vittoria dà diritto all'utilizzo di un incantesimo che costringe il rivale a sdraiarsi a terra, e il gioco prevede addirittura un'opzione per personalizzare la formula da pronunciare scegliendo la propria combinazione di strambe parole. Una follia, forse, ma quasi naturale nel contesto.

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    Per il resto l'esperienza di gioco si riassume in un dolce vagabondare tra villaggio e campagne raccogliendo indizi sull'esistenza dei mostri e su quelle gigantesche impronte che solcano i sentieri, rimanendo impigliati di frequente in vicende decisamente più terra terra in scene di vita quotidiana coi gli altri abitanti. Eppure il gioco riesce a toccare le corde giuste per chi è cresciuto davanti alla TV guardando quel Giappone disegnato sullo schermo e si lascia letteralmente divorare in un paio di sessioni, complice anche la durata contenuta, senza rimpiangere un istante del tempo speso per completarlo.

    Si tratta del tipo di gioco anomalo, visionario e fuori dagli schemi che è lecito aspettarsi da un esperimento come quello di Guild 2, e bisogna davvero essere grati a Level-5 per esperimenti di questo tipo, una salutare boccata d'aria fresca in un panorama spesso monotono e stantio.

    CITAZIONE
    Bizzarro, strambo e scombinato, eppure dolce, delicato e poetico. Attack of the Friday Monsters! è una piccola gemma e deve probabilmente la sua stessa esistenza a un esperimento concepito per dar vita a giochi di questa fattura, altrimenti impensabili nell'attuale panorama commerciale. L'avventura non richiede un grasso sforzo per essere terminata, ma regala una manciata d'ore immersi nella magica atmosfera del Giappone anni '70 nel cui riflesso televisivo è cresciuta un'intera generazione. Chiunque fosse poco attratto da questo aspetto può puntare sull'esposizione di un tema come quello dell'ingenuità della gioventù, con un piglio e un approccio probabilmente possibile solo grazie alla sensibilità orientale.

    Fonte:Videogame.it
     
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0 replies since 2/8/2013, 21:18   7 views
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