Due fratelli, un padre da salvare

Starbreeze ci presenta la sua innovativa avventura creata dal regista Josef Fares./Recensione

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    FOOLY COOLY

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    Capita ancora di trovarsi di fronte a un videogioco che, nella torrida estate 2013 e con la next-gen alle porte, sia in grado di stupire per la sua originalità. Capita sopratutto quando un appassionato del settore di lunga data, che di mestiere fa il regista professionista, decide di prendersi una pausa e di tentare qualcosa di nuovo. Capita quando quel regista è lo svedese Josef Fares e la software house scelta per dar vita alla sua visione è Starbreeze Studios, che nel freddo territorio di Svezia ha saputo concepire gioielli come i due capitoli di The Chronicles of Riddick, nonché The Darkness e il più recente Syndicate, reboot della serie concepita da Peter Molyneux all'epoca di Bullfrog. Capita se il progetto è qualcosa di completamente diverso da quello che ti aspetti da un team del genere, se al posto del solito FPS trovi invece un'avventura, una fiaba a tratti epica, un viaggio tutto da scoprire.

    Con queste premesse di accingiamo a parlare di Brothers: A Tale of Two Sons, primo frutto della collaborazione fra Starbreeze e 505 Studios disponibile da oggi su Xbox Live Arcade, in attesa del debutto su Steam e PlayStation Store. Un'avventura fuori dal coro, che colpisce sin dai primi passi per la sua natura drammatica: è la storia di due fratelli che, dopo aver perso la madre, sono sorpresi da una malattia che contagia in modo fulminante il padre, ridotto in fin di vita dopo pochi istanti. Il tutto senza proferire parola: nel mondo di Brothers non si parla molto, e quando lo si fa, si utilizza una lingua sconosciuta, perlopiù incomprensibile, che ricorda il linguaggio di popolazioni antiche. Non ci sono i sottotitoli di turno a guidare il giocatore nella comprensione di cosa sta effettivamente accadendo su schermo: il tutto è lasciato all'immaginazione, alla fantasia del giocatore che instaura un rapporto simbiotico con i due fratelli, immedesimandosi in loro come raramente riesce in un videogioco.

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    I due protagonisti sono così costretti a partire per un viaggio pericoloso alla ricerca dell'Acqua della Vita, unica fonte di salvezza che possa curare il genitore. Per farlo non avranno a disposizione armi né poteri magici, ma dovranno fare affidamento solo alle proprie forze e alla cooperazione fraterna, dove le debolezze di uno saranno colmate dai punti di forza dell'altro. L'occasione perfetta per una partita in cooperativa con un amico? No, o almeno non com'è facile immaginare.

    DUE PERSONAGGI PER UN SOLO CONTROLLER
    Brothers è pensato come un'avventura single-player, dove l'utente controlla entrambi i personaggi simultaneamente. Come? Nel modo più semplice possibile, dividendo letteralmente il controller in due porzioni uguali: la levetta analogica di sinistra e relativo grilletto muovono e fanno interagire il fratello maggiore, allo stesso modo la coppia grilletto-levetta di destra gestiscono il fratello minore. Non serve altro per muovere i due coraggiosi fratelli nel breve (ma intenso) cammino che li attende: non neghiamo che un approccio del genere possa creare qualche momento di smarrimento, dover muovere due personaggi allo stesso momento in un mondo tridimensionale non è semplice sopratutto nei primi momenti dell'avventura, ma già dopo pochi attimi di inevitabile assestamento si capisce come questa trovata della software house sia davvero geniale.

    La cooperazione fra i due fratelli è l'unica chiave per raggiungere l'ambita meta e il team svedese ce la mette tutta per trovare modi ingegnosi di far collaborare i due protagonisti, sfruttandone le varie peculiarità fisiche e caratteriali: se il fratello maggiore sarà infatti più forte e robusto, il minore sarà invece più esile e agile, portando a una serie di abilità uniche e fondamentali per la risoluzione dei tanti puzzle nascosti nell'avventura. Il primo sarà infatti in grado di azionare leve più pesanti, di fare la “scaletta” al fratello minore per raggiungere punti sopraelevati, di aiutarlo a nuotare. Il secondo, dal canto suo, potrà infilarsi negli spazi stretti e sbloccare meccanismi altrimenti inaccessibili. Su questa base, Starbreeze ha creato puzzle che sfruttano l'interazione con l'ambiente in modo brillante, prediligendo l'utilizzo simultaneo di entrambi i personaggi per risolvere gran parte dei rompicapo.

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    Il tutto senza risultare mai tedioso o frustrante: la soluzione al puzzle è sempre lì, a portata di mano, e basta davvero concentrarsi e ingegnarsi un po' per trovare il giusto modo di approcciare all'enigma anche quando sembra davvero impossibile da risolvere. C'è sempre un modo di sfruttare le diverse abilità dei due fratelli, di usare quell'unico tasto adibito all'azione per interagire con l'ambiente.

    COOPERATIVA NASCOSTA?
    Forse per questo si può rispondere al nostro stupore iniziale di fronte all'assenza di una modalità coop che appariva quantomeno scontata, ma che forse avrebbe “rovinato” e reso più banale un'esperienza di gioco che di per sé non tenta di conquistare il giocatore con la difficoltà o l'essenza troppo complessa dei suoi enigmi, ma punta piuttosto sull'atmosfera affascinante, sulle capacità di coordinazione di due giocatori e sull'esigenza di dover affrontare enigmi e combattimenti contro boss senza mai usare delle armi, ma solo l'ingegno. Eppure, ignari almeno inizialmente della limitazione single-player di Brothers e convinti di trovarsi di fronte a un titolo pensato per un utilizzo in cooperativa, la prima reazione è stata quella di condividere il controller con un'altra persona.

    Lo stesso pad nelle mani, una mano per giocatore, un fratello a testa, un'avventura che perde forse di un po' di tasso di sfida ma ne guadagna in cooperazione e “intimità” fra i due giocatori, ricreando quel rapporto di simbiosi fra i due fratelli. Un'idea non ufficialmente riconosciuta da Starbreeze, ma che siamo sicuri sia insita nell'esperienza ludica voluta da Fares e che dona decisamente un altro sapore all'avventura, completabile in tre o quattro ore di gioco ma che così è in grado di offrire probabilmente più stimoli per la rigiocabilità. Molto particolare, se vogliamo, anche la scelta di non associare gli Achievements legati al completamento della storia principale ma di alcune attività extra esplorando gli scenari, un aspetto che aumenta la longevità di Brothers di un'oretta scarsa.

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    Sul versante tecnico, Brothers: A Tale of Two Sons sfrutta l'Unreal Engine 3 per ricreare un mondo fatato che ricorda le atmosfere di Journey e Fable, con diverse analogie con quest'ultimo sopratutto per quanto riguarda lo stile delle ambientazioni e dei personaggi, per molti versi simili alla fiaba di Molyneux e dei Lionhead Studios.

    UN MONDO DA FIABA
    Il motore di gioco creato da Epic brilla ancora una volta anche in generi diversi dai soliti sparatutto a cui ci ha abituato, con un plauso particolare alla realizzazione dell'acqua e di scorci che risultano davvero mozzafiato, pur mostrando d'altra parte qualche location meno ispirata e una realizzazione approssimativa di alcuni NPC. Il viaggio di Brothers viene enfatizzato da un'ottima colonna sonora, che accompagna il giocatore con sonorità ambient ed esotiche in grado di ricreare la drammaticità dell'atmosfera voluta da Josef Fares e la giusta immedesimazione nell'avventura dei due fratelli, grazie anche a una narrazione sapiente, dal taglio ovviamente cinematografico, che mette in risalto con grande attenzione i punti focali di un canovaccio forse troppo corto, ma ben orchestrato.

    La narrazione è sicuramente il punto di forza della produzione di Starbreeze e sono evidenti le varie influenze stilistiche da cui Fares e il team svedese hanno preso spunto per la creazione di Brothers: non a caso è stato definito come il punto di incontro fra ICO e Limbo in un mondo a metà fra Fable e Journey. Di sicuro il mix creato con Brothers: A Tale of Two Sons ha dalla sua un gameplay unico nel suo genere, che riscrive il concetto di cooperazione immaginandolo con successo in salsa single-player. Una piccola perla, una piccola ventata di freschezza che raffredda con la sua originalità un mese di agosto fra i più caldi e sfiancanti degli ultimi decenni.

    CITAZIONE
    Brothers: A Tale of Two Sons è un'avventura innovativa che tratta con drammaticità la tematica della vita grazie alla sapiente regia di Josef Fares, che riesce nell'intento di creare un gameplay votato alla cooperazione in un'esperienza esclusivamente single-player. Un gioco che, seppur nella sua brevità, colpisce e ci convince che nel 2013, nonostante l'arrivo di PS4 e Xbox One ormai alle porte, c'è ancora spazio per l'innovazione e per essere stupiti. Un gioco che, forse indirettamente, prova a ridisegnare il concept di modalità cooperativa spingendo a condividere lo stesso pad con un'altra persona, a dividere i controlli a disposizione, a ricreare quella simbiosi fra i due fratelli anche nella vita reale. Da provare.

    Fonte:Videogame.It
     
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